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BELLAGIO: LETTERA APERTA DI NUNZIA RONDANINI A COMUNITA’ MONTANA E AL SINDACO BARINDELLI

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Gentile presidente Patrizia Mazza, Gentile sindaco Angelo Barindelli,

L’intenso dibattito causato dal progetto “OltreLario: Triangolo Lariano meta dell’outdoor”, approvato nel novembre 2022 da Comunità Montana e Comune di Bellagio, ha coinvolto moltissime persone.

Il Monte San Primo è diventato un simbolo dei grandi cambiamenti che stiamo vivendo e delle difficoltà che la nostra società incontra nell’imboccare una nuova strada a essi adeguata.

Offro a voi, responsabili del futuro di questa montagna, alcune osservazioni raccolte durante lo scorso anno. Proposte piu dettagliate su come trattare tutte le problematiche menzionate sono state discusse in varie sedi, incluso questo gruppo Facebook. Sono fiduciosa che ne terrete conto come espressione della comunità di utenti che intendete beneficiare col vostro progetto.

Cordialmente, Arch. Nunzia Rondanini

L’attento studio delle condizioni in cui oggi si trova il Monte San Primo è la base su cui definire qualsiasi iniziativa progettuale. Questo significa fare una valutazione delle tendenze climatiche, delle necessità fisiche del territorio, dell’utenza congenita alle particolarità dell’ambiente montano. E allo stesso tempo bisogna guardare in avanti, alle conseguenze che l’iniziativa potrà avere nei prossimi decenni, alle questioni della manutenzione e della sostenibilità ecologica ed economica.

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ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLO STATO DI FATTO E SUL FUTURO DEL MONTE SAN PRIMO:

· In inverno, la media delle temperature minime a San Primo durante il giorno non scende sotto lo zero (vedi i dati l’Agenzia Europea Copernicus e di Meteoblue). La neve, naturale o artificiale, si scioglie. I modelli climatici prevedono un progressivo riscaldamento su tutto il versante sud dell’arco alpino. L’attività sciistica a 1200 metri non ha futuro.

· Le piogge sono diventate rare e violente, causando fenomeni di erosione, di perdita di humus e di smottamento. È necessario valutare le tecniche adatte a frenare lo scorrimento dell’acqua sui pendii e a rigenerare l’humus.

· i boschi sono trascurati. Richiedono manutenzione, rigenerazione e attenzione a nuovi fenomeni quali il bostrico, parassita che sta già decimando gli abeti rossi sui versanti di Magreglio e di Piano Rancio.

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· I pascoli, che in passato sostenevano fino a 100 mucche, sono inselvatichiti. È necessario un piano di pascolamento, che valuti il potenziale pascolivo per una introduzione calibrata di mandrie erbivore.

· L’Alpe del Borgo nel recente passato ha assorbito notevoli quantità di fondi pubblici, senza poi essere utilizzata. È in uno stato di semi-degrado. Andrebbe attivata come alpeggio vero, non di facciata, con annessa attività di ristoro.

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· La ex colonia Bonomelli è abbandonata da decenni. Il Comune di Bellagio ne è recentemente diventato il proprietario, prevedendo un utilizzo al momento vagamente definito, soprattutto riguardo alla sostenibilità. L’edificio richiede una progettazione ponderata a causa delle grandi dimensioni, dei costi di ristrutturazione, delle problematiche gestionali e della sua compatibilità con l’equilibrio ambientale di tutta l’area.

· Nel borgo, o centro di San Primo, due edifici sono diroccati e pericolanti, la strada comunale cede e i canali di scorrimento delle acque che l’attraversano sono intasati. Il Comune deve responsabilizzarsi per la sicurezza della strada, e anche facilitare una soluzione alla questione delle proprietà private abbandonate.

· La conca e la vetta del San Primo sono frequentate da escursionisti durante l’intero arco dell’anno. Negli ultimi 20 anni questo turismo sportivo ha avuto notevole crescita. Per sostenerlo i numerosi sentieri della vallata vanno resi agibili, sicuri, e ben segnalati, in modo da offrire alternative valide a seconda delle diverse esigenze e capacità del pubblico.

· Al momento il traffico è privato e il servizio pubblico è inadeguato. Nei fine settimana l’area del San Primo diventa congestionata. Anzicché creare nuovi grandi parcheggi, sarebbe opportuno organizzare un servizio di trasporto pubblico che nei giorni festivi sostituisca il trasporto privato. Sono da valutare le modalità e i punti di partenza quali la stazione di Asso e Piano Rancio.

· La natura delle rocce carsiche, che formano l’ossatura del Monte San Primo, è tale che eventuali versamenti inquinanti nel sottosuolo, come perdite o rotture di motori, di serbatoi e vasche Imhoff, verrebbero trasferiti alle sorgenti sotterranee captate, per uso potabile o per abbeveraggio del bestiame, anche in aree lontane dal luogo di inquinamento.

· Attrattive come il paesaggio naturale, la tranquillità, e la purezza dell’aria andranno perdute se la pressione di un turismo mordi-e-fuggi viene estesa alla montagna. Il Monte San Primo è una preziosa alternativa ambientale ai circostanti territori della Brianza e del Milanese, urbanizzati, industrializzati e fortemente inquinati. Ogni intervento andrà valutato con l’intento di preservare e promuovere questa rara ricchezza, inclusa quella faunustica, nell’interesse dell’intera comunità di utenti.

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