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Daniele Drius insignito del premio Angelo Betti.

VERONA: AL VINITALY PREMIATO DANIELE DRIUS TESTIMONAIANZA DI CAMBIO GENERAZIONALE

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Daniele Drius rappresenta una testimonianza concreta di quel ricambio generazionale necessario alla continuità delle nostre imprese. Cresciuto all’interno dell’Azienda del nonno materno, Enrico Veliscig, da 27 anni portata avanti un’azienda rilevante nel panorama vitivinicolo regionale compiendo scelte agronomiche importanti. Drius rappresenta la capacità dei giovani di realizzarsi e di dare prospettiva alla viticoltura regionale cogliendo le opportunità

che il comparto offre. A lui va il nostro ringraziamento ed il premio è il giusto riconoscimento.

È la sintesi dell’intervento dell’assessore alle Risorse agroalimentari del Friuli Venezia Giulia a margine della cerimonia di consegna del premio Angelo Betti – benemerito della vitivinicoltura 2024 con la medaglia di Cangrande, a Daniele

Drius titolare dell’Azienda vitivinicola Simon di Brazzan a Brazzano di Cormons con 15 ettari coltivati a vigneto all’interno

della Doc Collio e Doc Isonzo. Drius è stato proposto per il prestigioso Premio, dall’esponente della Giunta del Fvg, per la riconosciuta qualità del suo lavoro nel campo vitivinicolo nonché per il nome che i suoi prodotti hanno iniziato ad acquisire a livello internazionale, onorando così non solo la sua opera provata ma anche la terra e la regione

di cui è espressione.

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Il riconoscimento, istituito nel 1973 in collaborazione con gli

assessori regionali alle Politiche agricole, viene conferito a

coloro che hanno contribuito significativamente alla promozione e

alla valorizzazione della cultura vitivinicola nella propria

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regione, onora il merito di essere proclamati “Benemeriti della

vitivinicoltura italiana”.

Drius appartiene a quelle famiglie che per diverse generazioni si

sono occupate di coltivare la terra anche se i terreni non erano

inizialmente di proprietà ma in mezzadria, i suoi bisnonni

iniziarono ad acquistare parte delle terre che oggi coltiva nei

primi del novecento.

Nel tempo ha radicalmente modificato i sistemi di allevamento

delle viti puntando al miglioramento della qualità dell’uva. I

sistemi tradizionali di produzione, molto generosi dal punto di

vista della quantità sono stati sostituiti da quelli più idonei a

produrre uve di qualità, come ad esempio il cordone speronato e

il guyot singolo o doppio e ha abbandonato da oltre 25 anni

l’uso di trattamenti chimici introducendo l’utilizzo di pratiche

naturali.

La cerimonia di consegna si è svolta presso il ristorante

D’Autore di Veronafiere al Palexpo.

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