“Numerosa l’affluenza al seminario Piano oncologico regionale: quali conseguenze per la sanità pubblica pordenonese, Asfo e Cro’ che ha messo in risalto le tante debolezze di un’organizzazione sanitaria regionale oncologica il cui contenuto è molto più simile a un elenco di linee guida che a un’organica ristrutturazione attesa da oltre trent’anni e quindi messa a disposizione di una sanità pubblica regionale ancora una volta invece mortificata.” Così in una nota
la consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) dopo aver preso parte all’incontro svoltosi in mattinata a Pordenone, nell’auditorium della Regione, e promosso dal locale comitato Salute Pubblica e Bene Comune.
“Le criticità che sono emerse e che sono le stesse che sono state evidenziate in III Commissione consiliare a dicembre – fa presente Pellegrino -, tanto da costringere l’assessore regionale alla Salute a rinviare al prossimo 29 gennaio l’approvazione in Commissione, vertono su aspetti assolutamente imprescindibili, come la centralità del paziente. Il mancato coinvolgimento dei medici di riferimento ha prodotto una lettera degli stessi alle massime autorità politiche del Friuli Venezia Giulia per evidenziare come una riforma calata dall’alto, senza un coinvolgimento e un ascolto dei professionisti, delle associazioni e in generale dei portatori di interesse, abbia creato un patchwork buono solo per allineare formalmente, ma senza un vero costrutto, il Friuli Venezia Giulia al Piano oncologico nazionale”.
“In realtà – fa presente ancora la consigliera – si tratta di un impoverimento delle strutture presenti in Regione, primo fra
tutti il Cro di Aviano che perde la sua originaria destinazione come Centro non solo di ricerca, ma di eccellenza nel panorama
internazionale, mentre ci sarà una chiara gratificazione per
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l’ospedale di Udine. Non dovrebbe esserci nessuno stupore da
parte di chi, da anni, sbandiera ovunque la linea che ‘non si può
avere tutto dappertutto’ ma, evidentemente, questo principio, che
non condivido per niente soprattutto in una regione così
poliedrica come la nostra, vale solo quando non ci sono tornate
elettorali in vista”.
“Questo è quanto mai evidente quando – conclude l’esponente di
Avs -, dopo aver visionato la tabella che vede l’ospedale di
Udine dominante su tutte le voci mentre gli altri decisamente
depauperati, ha fatto sobbalzare dai banchi della Maggioranza i
consiglieri di Pordenone che si vedono, in questo modo,
naufragare un bacino di voti che con difficoltà riusciranno a
recuperare nella prossima tornata elettorale”.