Premio Epifania: Zanin, una serata simbolo della ripartenza del Friuli

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“Ce l’abbiamo fatta, ce l’avete fatta”. Le parole del sindaco di Tarcento, Mauro Steccati, riassumono bene l’emozione della serata conclusiva del Premio Epifania.   C’erano solo poche persone e non la solita folla nella sala Margherita, tutte rigorosamente con mascherina e a debita distanza, eppure il solo fatto di essere riusciti a consegnare “in presenza” il prestigioso riconoscimento ai due premiati Manlio Collavini e Paolo Goi rappresenta – come ha sottolineato Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale – “un simbolo della ripartenza che attende il nostro Friuli”.   Zanin ha preso spunto da quel che poco prima di lui aveva detto Nazzareno Orsini, presidente della Pro Tarcento, che aveva paragonato questa sessantaseiesima edizione del Premio a quella del 1977, in un Friuli profondamente segnato dal terremoto.   “Affiancare – ha detto dal palco il presidente del Consiglio regionale – il premio attuale a quello del ’77 è come riepilogare una lunga storia che ha visto le genti friulane affrontare terremoti, invasioni, povertà. Situazioni difficili che però siamo sempre riusciti a gettarci alle spalle facendo riferimento a quell’etica morale, a quei valori fondamentali che sono insiti nella gente di queste terre”.   “E’ questo – ha osservato ancora Zanin – il valore fondamentale al quale il premio Epifania si ispira: un richiamo ai valori morali fondamentali propri della gente friulana. E nel portare il saluto del governatore Massimiliano Fedriga, vi assicuro che noi come assemblea legislativa cerchiamo di tradurre in atti concreti quegli stessi valori”.   Il presidente si è poi soffermato sulle sfide del post-pandemia: “Ho già parlato in altre occasioni della terza ripartenza come di un impegno a cui tutti noi siamo chiamati, attingendo a quelle energie morali che i premiati di oggi ben rappresentano. La sfida sarà complicata – ha sottolineato ancora Zanin – perché il Friuli del dopo-epidemia sarà inevitabilmente diverso. Ma il richiamo alla lingua friulana e ai nostri valori morali ci darà il carburante necessario per vincere questa sfida. La pandemia ci ha tolto molte libertà, ma aver voluto portare avanti lo stesso questo Premio significa che noi ci siamo: è come una goccia nella terra arida, come il pignarul della scorsa settimana. E’ con grande partecipazione sentimentale che la Regione oggi è qui”.   I riflettori della serata, condotta dal giornalista Daniele Paroni, si sono poi spostati sui due premiati, l’imprenditore del vino ed ex deputato della Repubblica Manlio Collavini e lo storico dell’arte e docente Paolo Goi. “Entrambi ci insegnano – ha detto ancora Zanin – l’amore per la nostra terra e anche la capacità di comunicarla”.   Ricordando l’esperienza parlamentare di Collavini, Zanin ha citato De Gasperi “quando diceva che non bisogna fare una scelta per il domani ma per le future generazioni. Negli ultimi anni invece – ha osservato il presidente – troppe scelte sono state demandate per comodità alla parte scientifica e tecnica, mentre la responsabilità ultima compete alla politica, che deve riappropriarsene. Dobbiamo avere una visione come nel ’76, andare nella direzione delle nuove frontiere della digitalizzazione e dell’ambiente, accompagnate sempre da una parola fondamentale che si chiama lavoro”.   Alla consegna dei premi erano presenti anche il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, il presidente della Filologica Friulana, Federico Vicario, il consigliere regionale Edy Morandini e Loris Basso dell’Ente Friuli nel mondo. La serata è stata allietata dalla voce della cantante lirica Giovanna Michelini, eccellenza artistica di Tarcento.

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