La cronometro inaugurale del Giro d’Italia è una parata, una passerella in cui i corridoi sfilano uno ad uno e noi – all’inizio di questo lungo viaggio – possiamo prendere confidenza con quelli che per tre settimane saranno di nuovo i nostri eroi; abbiamo il tempo di osservare le loro maglie nuove, le nuove livree delle loro biciclette, possiamo riconoscerli, indicarli e nominarli.
La cronometro inaugurale è una parata anche per la città che la ospita, in questo caso Torino, che mostra al Mondo la dolcezza mitteleuropea del suo salotto buono, ripreso e mostrato decine di volte nei punti di passaggio della gara: dalla partenza di Piazza Castello a Corso San Maurizio, poi dentro il Parco del Valentino, il Ponte Isabella sul Po, fino al lungo rettilineo finale che porta all’arrivo poco prima della chiesa della Gran Madre.
La cronometro inaugurale – come tutte le cronometro, ma forse un po’ di più, essendo la prima – è una lunga attesa, partita alle 14:00 esatte e terminata verso le 17.
Il primo favorito di oggi a partire è Campenaerts, che chiude gli 8,600 km in 9’19”.
Pare subito un tempo buono ma non ottimo, infatti poco dopo viene scavalcato da Castroviejo prima e Brandle poi, che segna 9’09”.
A seguire scende dalla pedana il primo dei pretendenti per la classifica generale, Vlasov. Il russo pedala bene e si vede all’arrivo, quando ferma il cronometro con un ottimo 9’11”.
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Ma il primo vero gran tempo di giornata lo fa segnare Foss, cronomen e scalatore, che chiude a 9′ netti. Pare già una prestazione da podio.
Infatti si attende Cavagna, campione nazionale francese, ma non riesce a fare meglio del giovane norvegese, dal quale anzi perde 5”.
Poco dopo l’arrivo di Cavagna, Affini fa il miglior crono all’intertempo, continua a mulinare alla grande nella seconda parte di gara e stacca un tempo fantastico: 8’57”, il primo a rompere il muro dei 9′.
Tra gli uomini di classifica nel frattempo quello che fa meglio è Almeida in 9’04”.
Bernal chiude in 9’26”, Nibali in 9’28”, Yates in 9’25”, Bennat in 9’28”. Poco dopo arrivano anche Bardet in 9’39’’ e Landa in 9’36’’. Tutti molto vicini.
A questo punto c’è grandissima attesa per due corridori che partiranno uno dopo l’altro, a un minuto di distanza: Evenepoel e Ganna.
Il giovane belga è all’esordio al Giro, all’esordio in una grande corsa a tappe, all’esordio alle corse dopo l’incidente del 15 agosto scorso.
Il Campione del Mondo di specialità ha vinto le ultime tre cronometro al Giro, ma nelle gare contro il tempo disputate ultimamente non è andato benissimo, nel senso che non ha vinto.
Evenepoel parte rabbioso, pedala chiuso in posizione quasi fetale, potente e efficace come un piccolo proiettile.
Ganna invece pedala più alto, più aereo, come un cavallo di razza lanciato a fare quello che sa fare meglio.
Come fossero due diverse ferocie messe a confronto.
Ma si capisce quasi subito che oggi, quella più efficace, è la ferocia di Ganna. Il piemontese passa primo all’intertempo e poi non fa altro che dilatare il suo vantaggio, galoppando tra i rettilinei lungo il Po fino a timbrare uno straordinario 8’47’’.
10’’ meglio di Affini che, inquadrato, applaude.
Evenepoel chiude 7° in 9:06’’, pagando solo 2’’ ad Almeida tra gli uomini di classifica (per altro suo compagno di squadra), e guadagnando su tutti gli altri. Non male, per uno che non corre da 10 mesi.
Dunque, questo il podio della prima tappa del Giro d’Italia 2021: 1° Filippo Ganna, 2° Edoardo Affini a 10’’, 3° Tobias Foss a 13’’.
I pretendenti alla classifica generale sono tutti racchiusi in 35 secondi, e per loro i terreni di battaglia saranno altri, in questo lungo viaggio che è appena cominciato.
Oggi la prima Maglia Rosa, l’icona del ciclismo che celebra i suoi 90 anni, l’ha indossata il Campione del Mondo, Filippo Ganna.
Come fosse la migliore delle inaugurazioni, delle parate, delle passerelle verso lo spettacolo a cui assisteremo nelle prossime tre settimane.
Fonte: GirodItalia.it