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Ulderica Da Pozzo a Tolmezzo, mentre presenta "I ragazzi del '99".

Cutura: Zanin, fotografie Da Pozzo mostrano Carnia che sa rinnovarsi

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Vulcanica, dirompente, curiosa, innamorata della sua terra, la Carnia, che non smette mai di andare a cercare, in un volto, uno scorcio. Ulderica Da Pozzo si presenta così anche questa volta, con i suoi “Ragazzi del ’99 – Ritratti fotografici della Carnia, un’antica terra in divenire”, esposti a Tolmezzo, palazzo Frisacco, da oggi, domenica 19 giugno, al 15 agosto prossimo.   “L’opera di Ulderica è un inno alla vita in posti come quelli della montagna friulana, attaccati in maniera atavica ai valori profondi della comunità regionale, ma che hanno anche la capacità di rinnovarsi attraverso i giovani”, ha commentato il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, alla presentazione della mostra fotografica, a Tolmezzo, dei 100 e più volti immortalati dalla Da Pozzo di “ragazzi”, appunto, classe 1899 al pari di 1999.   “Questa è una bella gioventù, che ci fa riflettere sul fatto che dobbiamo fare in modo che questi giovani mantengano le loro competenze, i loro traguardi – ha aggiunto il presidente – e riescano a fare famiglia, perché solo così la montagna friulana e dunque la Carnia possano ripartire, attraverso nuove nascite”.   “Per me è stato un piccolo viaggio, in questo mondo di ‘ragazzi’ che sono della generazione di mio nonno, classe 1899, ma anche di mio figlio, nato nel 1999 – ha spiegato la fotografa -. Se dovessi dire che cosa accomuna queste due generazioni distanti 100 anni, forse è quel qualcosa che è insito nell’essere carnici e che si traduce nell’essere sempre attivi, nell’avere sempre voglia di fare e di conoscere, ora come allora. Perché la Carnia è una terra antica, ma che si muove. I ragazzi qui non sono statici, sono belli perché sempre in movimento”.   “C’è molto da fare per la montagna – le ha fatto eco Zanin -. È un problema culturale, non solo economico e sociale. Anche con la ripartenza dopo la pandemia, ci dovrà essere un’attenzione speciale alle zone interne come quelle montane, dove le risorse devono essere indirizzate ai giovani per il futuro stesso della montagna”.

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