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Il capogruppo di FdI, Claudio GIacomelli

Covid: FdI mozione per terapie domiciliari precoci anche in Fvg

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Mozione del Gruppo consiliare regionale di Fratelli d’Italia per impegnare anche il Friuli Venezia Giulia “ad attivarsi per ampliare i protocolli delle terapie domiciliari precoci. Perchè il Sars-Cov-2 si può curare, e con le terapie domiciliari in fase precoce possiamo drasticamente abbattere la pressione sulle strutture sanitarie”.   Così Claudio Giacomelli, Alessandro Basso e Leonardo Barberio (FdI) in una nota.   “Ormai da mesi – spiega il capogruppo Giacomelli – molti medici, in tutta Italia, stanno insistendo per ampliare lo spettro degli interventi terapeutici domiciliari applicando protocolli sempre più diffusi. Appare francamente incomprensibile l’inerzia del Governo e del comitato tecnico scientifico nazionale su un tema così importante, soprattutto a fronte della terza ondata che a causa delle varianti sta mettendo a durissima prova l’intero sistema sanitario”.   “In attesa che lo Stato si muova – affermano Giacomelli, Basso e Barberio – è intervenuta la sentenza del Tar del Lazio 01557/2021, che ha sospeso la nota dell’Agenzia italiana del farmaco nella parte in cui prevede, nei primi giorni di malattia da Coronavirus, unicamente una vigilante attesa e somministrazione di fans e paracetamolo. In seguito a questa sentenza già diverse Regioni, dal Piemonte al Molise, alla Toscana, hanno modificato i propri protocolli operativi di gestione domiciliare del Covid introducendo l’utilizzo dell’idrossiclorochina nella fase precoce della malattia, insieme a farmaci antinfiammatori non steroidei e vitamina D”.   “Adesso – concludono gli esponenti di Fratelli d’Italia – è necessario che anche il Fvg prenda atto dell’inerzia governativa e apra una riflessione urgente su questo tema. Se poi consideriamo che siamo passati da 422 ricoveri a 602 nell’arco di due settimane, forse anche noi dovremmo fare in modo che le Unità speciali di continuità assistenziale, invece di limitarsi a svolgere una funzione di controllo e di monitoraggio, siano messe nelle condizioni di curare i loro pazienti già dalle primissime fasi della malattia, contribuendo così in maniera decisiva a ridurre la pressione sui reparti ospedalieri”.

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